Lasciate l’Aurelia all’altezza di Albinia e proseguite sulla strada che costeggia e delimita a laguna di Orbetello. Che arriviate da Roma o da nord, siete improvvisamente in un altro mondo, in un altro tempo. Senza traghetto, raggiungerete un’isola. L’isola del Monte Argentario. Ok, non è un’isola, ma questa è stata e forse è ancora la sua anima. Selvaggia, boscosa, affacciata sull’acqua da tutti i lati, esposta ai venti, popolata di animali selvatici, invasa di silenzio e di luce.
Monte Argentario è un promontorio che si protende nel mar Tirreno in corrispondenza delle due isole più meridionali dell’arcipelago toscano; l’Isola del Giglio e l’Isola di Giannutri. Anche l’Argentario nasce come isola, ma nel corso dei secoli l’azione congiunta delle correnti marine e del fiume Albegna ha creato due tomboli, il Tombolo della Giannella ed il Tombolo della Feniglia, che hanno unito l’isola alla terraferma, formando nel contempo la Laguna di Orbetello.
Il Monte Argentario raggiunge il punto più alto in corrispondenza di Punta Telegrafo (635 m) ed è caratterizzato da un territorio completamente collinare e a tratti impervio, addolcito unicamente dall’opera dell’uomo che ha creato nel tempo delle terrazze dove si coltivano prevalentemente viti e ulivi. La costa, molto frastagliata, comprende cale e spiagge, prevalentemente sassose, di notevole bellezza dal punto di vista naturalistico e fa parte del Santuario dei cetacei istituito nel 1991 come area naturale marina protetta di interesse internazionale. Fanno parte del territorio comunale anche alcuni isolotti, l’Isolotto di Porto Ercole, l’Isola Rossa e l’Isola Argentarola.